venerdì 13 febbraio 2015

Diario da "UN CIRCO DI PAESE" - Sessione 12: raffreddore, archi e tante prove, tra entusiasmo ed effetto "frullatore"!

Da almeno due/tre settimane siamo letteralmente inghiottiti dal temibile vortice spazio-temporale dei lavori per la chiusura del disco, contemporanei a quelli per l'allestimento del relativo spettacolo.

Col passare del tempo, con grande entusiasmo nostro e degli amici che ci stanno aiutando in questa avventura, in studio e in pista, entrambe le forme di "UN CIRCO DI PAESE" si sono ingigantite a vista d'occhio e necessitando entrambe di tanta attenzione e cure genitoriali, ci lasciano veramente poco respiro.

Le giornate tipo sono scandite da ascolti dei raugh mix, perfezionamento degli interventi dei musicisti ospiti, telefonate per concordare le prossime sessioni di registrazione, contatti, contratti e conti per stampa, grafica e packaging, unite alle prove teatrali, alla scelta e realizzazione dei costumi...

Insomma, c'è di che divertirsi!

La cosa buona è che, almeno per quanto riguarda le registrazioni, iniziamo a vedere la luce alla fine del tunnel, probabilmente con ancora un paio di sessioni dovremmo aver terminato, per poter poi passare al livello successivo: missaggio e mastering.

Oggi siamo entrati in studio nel primissimo pomeriggio per registrare le parti di archi su "Nove metri", "Un leone", "Mai una cosa sola" e "Oblivio".

Abbiamo affidato la scrittura delle parti di "Nove metri", "Un leone" e "Oblivio" alla bravissima Erica Mazzacua, ottima violinista che abbiamo il piacere di conoscere grazie alla nostra piccola Alice, di cui è insegnante.

Quelle di "Mai una cosa sola", invece, sono mie. Così saprete a chi dare la colpa.

Con lei hanno suonato la viola Ignazio Alayza e il violoncello Gabriele Ferdeghini.

I tre, arrivati puntuali e precisi, hanno trovato ad accogliergli una sgangherata squadra composta da:

- 1 pianista che alle partiture preferisce memoria e qualche sigla di accordo scritta
- 1 cantantessa un poco alterata per via degli strascichi lunghi di raffreddore e bronchite che non le permettono di cantare altro se non qualche voce guida
- 1 fonico in piena crisi alimentare che ha passato la prima mezz'ora - nel mentre che sistemava microfoni, cavi e cuffie - a fare l'elenco delle migliori trattorie della provincia.

Una sorta di "scontro" di civiltà, diciamo.

Nonostante la premessa, grazie alla grande capacità di Erica di tradurre in scrittura i miei gesti, all'abilità dei tre e al santo protettore dei musicisti - che, non so voi, ma io identifico in John Lennon - la magia si è compiuta anche questa volta e abbiamo portato a casa tre dei quattro pezzi previsti.

"Oblivio", per il quale abbiamo pensato una parte di solo violino, verrà registrato tra qualche giorno.

Il colore dei pezzi è cambiato completamente, e l'effetto che fa ascoltarli in questa nuova veste è strano; è un pò come fossero canzoni nuove, cui abituarsi.

Siamo molto contenti del risultato, ma talmente stanchi da rimandare il consueto ascolto iper-critico post-registrazione a domani, con orecchie e resto del corpo riposati.

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