La scelta di fare le cose con calma, per questo nuovo album, si sta dimostrando fruttuosa: arriviamo in studio ad orari accettabili, finiamo più o meno in tempo per cenare come le persone normali - salvo riprese dopo-cena, che per il momento non abbiamo fatto -; riusciamo, insomma a mantenere una certa energia e attenzione senza cadere nel baratro di ansia e fretta.
Soprattutto, questa grande tranquillità che ci siamo imposti si traduce, ora che abbiamo preso le misure con pianoforte, microfoni e studio, in una certa serenità nel suonare, anche 3/4 volte di fila il solito pezzo.
Quando abbiamo realizzato "Al pranzo di nozze", presi da un'insensata voglia di portare a termine il lavoro, ogni ripetizione di ogni brano, soprattutto a fronte di qualche esecuzione sbagliata, è stata più sofferta rispetto ad oggi, per quanto i pezzi che stiamo registrando ora abbiano insidie tecnico-interpretative maggiori.
Detto questo, in un tranquillo sabato pomeriggio spezzino ci siamo messi ai rispettivi strumenti e, tra una battuta e l'altra, abbiamo tirato giù un bel pò di cosette.
Siamo partiti provando, nel senso letterale del termine, "Oblivio", canzone che racconta la malattia - l'halzeimer nella fattispecie, da una prospettiva insolita che non vi svelo ora.
E' un quasi-tango con un ritornello abbastanza "tradizionale" per la musica italiana, sul quale dobbiamo ancora lavorare parecchio. La registrazione ci servirà appunto per capire dove "portare" armonia e melodia vocale.
"Nella bottega di un calzolaio", un 3/4 delicato che alcuni di voi hanno sicuramente ascoltato in qualche spettacolo, da il via alle registrazioni "vere" di oggi. E' pronta in un paio di esecuzioni anche se molto probabilmente la risuoneremo perchè non ha la famosa "magia" di cui scrivevo un post fa.
E' poi la volta di "nove metri", la canzone della trapezista che noi tanto amiamo e che rappresenta uno degli scogli di questo lavoro: la struttura armonica non è poi troppo complessa ma le linee vocali sono abbastanza acrobatiche, un continuo sali scendi tra voce di petto e voce di testa, cambi di intenzione, insomma, un mezzo casino in cui Valentina si è cacciata con le sue stesse mani, visto che la melodia vocale l'ha scritta interamente lei.
L'abbiamo suonata non so quante volte e ogni volta c'era qualcosa che non andava. Alla fine, su suggerimento del prezioso Armando - e dopo una pausa di riflessione - l'abbiamo leggermente rallentata e siamo riusciti a farne una versione che ci piace. La riascolteremo poi con calma per capire se effettivamente è quella giusta.
A seguire facciamo "Voglio un uomo", che con "Niente!" e "Principesse" rappresenta la nostra parte più cabarettistica. La suoniamo parecchio dal vivo e in effetti riusciamo a ripeterla un paio di volte per bene senza grosse difficoltà. Su questo pezzo, che è un pò il decalogo della donna incontentabile, aggiungeremo delle armonizzazioni vocali e forse qualche body-percussion, staremo a vedere - e sentire! -.
Siamo abbastanza caldi e proseguiamo volentieri con "Tempi duri", uno strambo blues che racconta di un maniaco telefonico vintage, uno di quelli che "lavorava" dalle ormai estinte cabine del telefono, insomma un personaggio ormai mitologico che abbiamo calato nel contemporaneo, con esiti esilaranti.
Dopo un paio di registrazioni il pezzo è pronto, ma decidiamo di registrarne una terza versione. In realtà, dagli ascolti, capiamo che la prima era quella buona, ma preferiamo avere sempre un pò di scelte a disposizione...
A registrazioni quasi ultimate, la piccola Alice accetta di buon grado di registrare il suo cavallo di battaglia: "A zonzo", canzone tratta dal film "I diavoli volanti" di Stanlio ed Ollio, con cui chiude gli spettacoli in cui è presente. Buona alla prima, ma lo immaginavamo, conoscendo l'orecchio e l'intonazione della fanciulla,
Chiudiamo la sessione odierna con "Un pagliaccio", il brano che ha dato il "la" a "UN CIRCO DI PAESE". Anche per noi, finalmente, è buona alla prima. Lo riascoltiamo e ne siamo parecchio soddisfatti.
Appuntamento per giovedi prossimo, giorno in cui registreremo i pezzi mancantidel puzzle e inizieremo a pensare a quel che c'è da risuonare, arrangiare, ecc.
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