giovedì 23 ottobre 2014

Diario da "UN CIRCO DI PAESE" - 10 OTTOBRE 2014: L'INGRESSO DEL PIANOFORTE IN STUDIO

 Quando "UN CIRCO DI PAESE" ha iniziato a prendere forma nella nostra testa, abbiamo cercato di capire quale fosse la via migliore per realizzare un disco di alta qualità con grande libertà e senza fretta.

Con un paletto non da poco: la necessità di usare, per questo secondo lavoro, un pianoforte acustico.  
In "Al pranzo di nozze" ho suonato uno stage piano digitale (Yamaha Motif) e il suono che è riuscito a tirarne fuori Armando Fiorenza è stato a dir poco miracoloso.
Armando, che per noi è un caro amico, è tanto un fonico di grande esperienza quanto un ottimo musicista di lungo corso e il suo apporto è stato fondamentale per realizzare, con "Al pranzo di nozze", un disco che ci rappresentasse al meglio, nonostante il tempo ristretto che abbiamo potuto dedicare alle sessioni di registrazione.

Ora, però, sono passati più di tre anni, il nostro modo di suonare è cambiato e le dinamiche, i cambi di atmosfera delle nuove canzoni meritano di essere valorizzati dal suono dello strumento "vero" per il quale vengono scritte.

Soprattutto, rispetto al 2011, sappiamo come vogliamo suonino i pezzi quindi nulla da fare, il pianoforte è indispensabile.

Dopo aver ipotizzato di registrare in qualche posto, auditorium o conservatorio già dotato di strumenti - ci era balzata anche l'idea, quasi subito abbandonata, di fare tutto a casa - e valutata la poca comodità di andare in qualche studio fuori da La Spezia, ci siamo presentati da Armando con - apparentemente - la soluzione in mano: "vogliamo registrare nel tuo Cellar Studio, ma dobbiamo portar dentro un piano a coda!".

La cosa non sarebbe di per se' un problema, del resto è prassi portare gli strumenti di cui si ha necessità nello studio in cui si registra.
Dovete però sapere che  il "Cellar Studio" è ricavato da un enorme scantinato di un palazzo storico spezzino, tanto grande dentro quanto minuscolo per quel che riguarda l'accesso: in poche parole far entrare un pianoforte a coda dentro la piccola porta di ingresso, passando per una scaletta altrettanto stretta, è una sorta di parto al contrario.

Qui, però, ci sono venuti incontro gli astri; coincidenza ha voluto che il buon Sergio "Pippetta" Donati del negozio di strumenti "Il pentagramma" avesse in conto vendita un codino anni '70 Petrof, dimensioni piccole ma "cuore" grande, con un bel suono duttile.  

Inutile dire che abbiamo colto l'occasione al volo: messe insieme un pò di uomini corpulenti - ed alcuni meno, me compreso, che però servono per fare "spogliatoio", pianoforte preso e portato, grazie a calcoli millimetrici di un "Pippetta" in gran forma su cui pochi avrebbero scommesso, dritto dritto in sala ripresa, dove calza a pennello e suona altrettanto bene.

Un intervento di accordatura e tutto e pronto per iniziare a far risuonare le note di "UN CIRCO DI PAESE" al Cellar Studio...

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